“S.O.S. orchidee” i bambini diventano dottori delle piante Lezioni di giardinaggio in una scuola biellese. LA STAMPA del 22 FEBBRAIO 2017, pg.18
Quando le radici sono di colore grigio l’orchidea ha bisogno di acqua, un infuso di aglio serve per combattere il ragnetto rosso, la cannella per cicatrizzare i tagli dopo la potatura, un preparato di sapone per i piatti e olio per eliminare la cocciniglia cotonosa. Sono i segreti che gli alunni della quinta elementare di Masserano, nel Biellese, hanno imparato per diventare esperti «dottori» in grado di prendersi cura delle orchidee e di salvarle. E ne dovranno imparare molti altri. Il 2 giugno, tra i portici e i vicoli del borgo antico dominato dal Palazzo dei Principi, aprirà i battenti la mostra «Le orchidee del Principato». Per tre giorni i bambini gestiranno il tavolo «S.O.S. orchidee» e tutti i visitatori potranno portare loro le proprie piante malridotte: i piccoli esperti sapranno salvarle. Destino «amaro» Tutto nasce dalla passione di Mirella Nofri, di professione infermiera, per hobby «salvatrice di orchidee». Nella sua casa a Masserano ha centinaia di esemplari che i suoi piccoli aiutanti, i figli Ginevra e Riccardo, curano con lei: alcune piante sono appese a testa in giù (perché è così che crescono in natura), altre sono nei vasi, altre ancora rampicanti. Mirella le salva perché quello delle orchidee è un destino amaro. «Una volta sfiorite è difficile coltivarle e farle rifiorire dice l’infermiera -. Molti le buttano». Fioristi compresi, è impossibile venderle. «Un negozio della zona ci regala quelle sfiorite e ai bambini insegno come rinvasarle e curarle - dice Mirella -. La prima cosa da fare è esaminare lo stato delle radici e delle foglie». In poche lezioni gli alunni sono diventati dei grandi appassionati: «Se le radici sono argentate la pianta va bagnata, se sono verdi significa che l’orchidea sta bene», dice Nataly. «Quando nella foglia c’è un cerchio nero la pianta è malata», aggiunge Veronica. «Per tagliare le radici brutte bisogna usare forbici sterilizzate», raccomanda Mirka. Delle 25 mila specie esistenti, quella che ha colpito di più i bambini è la Vanilla, originaria del Messico, i cui frutti sono i baccelli di una delle spezie più usate in cucina, la vaniglia. «È l’unica orchidea che si può mangiare - dicono -. Può diventare alta trenta metri e bisogna aspettare che arrivi a tre metri perché fiorisca». Alla mostra di giugno parteciperanno, due espositori italiani, Giulio Celandroni di San Giuliano Terme (Pisa) e il vivaio Le orchidee del lago Maggiore di Belgirate (Verbania). Un terzo è brasiliano: Bruno Cavatoni Sierra. Diversi collezionisti esporranno le proprie orchidee che saranno votate dal pubblico. La mostra, organizzata dalla Pro, è curata da Mirella Nofri e da Roberto Bicelli (che gestiscono il gruppo Facebook «Orchidee nel cuore») e patrocinata dal Comune.